mercoledì 26 agosto 2015

IL DRAGONE CINESE E L'EXPORT ECCESSIVO


Si comincia a sentire dai vari media italiani il solito "al lupo, al lupo" per quanto riguarda il mercato azionario cinese che continua fare tonfi e lunedì si è registrato nelle borse europee perdite pesanti, in particolare Milano ha chiuso con -6%.
Siamo veramente a rischio di un nuovo collasso finanziario globale?
Confrontando fonti diverse si apprende che la Cina è arrivata ad un eccesso di produzione e l'export cinese è crollato, come asserisce Barnard.
Puntando solo ed esclusivamente sull'export si ha il classico fenomeno del crollo dei salari reali e della domanda interna, inizia quindi una competitività al ribasso con il resto del mondo.
Lo Yuan (valuta cinese) si sta svalutando rispetto al dollaro americano e all'euro e questo porta
 gli investitori che negli anni passati hanno comprato qualsiasi azione cinese,a svenderle alla rapidità della luce, perchè perdono valore e non resta che carta straccia.
Barnard in suo articolo ( di cui il link sotto), ha stimato che con questa massiva svendita di azioni la Cina abbia perso in soli due mesi tremila miliardi di dollari solo in azioni.
Se lo Yuan si svaluta, l'euro si sta rivalutando sul dollaro americano e le altre valute mondiali di riferimento, a discapito dei Paesi del Sud Europa.
Difatti potrebbe succedere che nei prossimi mesi la Germania per recuperare questa crisi di esportazioni chiederà maggiore austerità ai Paesi del Sud, difatti essendo in un' "Unione" con valuta forte, la Germania non teme la crisi del dei prezzi, ma eventualmente quella del prodotto.
Nell'economia reale l'Italia resta penalizzata, perchè non riesce a vendere i prodotti esportati al colosso cinese per problemi di valuta troppo forte e a rimetterci è sempre la gente comune, le aziende italiane (quelle esportatrici in particolare).
La svalutazione dello Yuan comporterà per l'Italia una guerra di prodotti a medio valore aggiunto ancora più spietata.
Difatti con l'euro l'unico indicatore economico che puà essere positivo resta l'export, ma se anche questo comincia ad andare male, quella "non crescita" stimata dal Governo Renzi a + 0,..., di Pil crolla con un risultato nullo o negativo.
Quindi a fronte di crescita mancata, si adotteranno i soliti meccanismi ormai noti come aumento di tasse, privatizzazioni, svendite di gioielli italiani ( anche alla stessa Germania) e impoverimento ulteriore, come se già non ce ne fosse abbastanza, per evitare le clausole di salvaguardia e raggiungere quindi gli obiettivi di bilancio che il Governo si è prefisso per rispettare i parametri di Maastricht.
Come sostiene il Sig. Maurizio Gustinicchi in Italia aziende di import non esistono quasi più con mercati tali da avere remunerazioni di infiniti container importati, dato che ci si è concentrati solo sull'esportazione con l'avvento dell'euro.
Anzi il solo import che avviene è dalla Germania che sta imponendo la propria egemonia non solo in Grecia, ma anche da noi.
Ovviamente anche la Cina ha fatto i suoi begli affari in Italia acquistando pezzi di aziende importanti e strategiche.

written by Daniele Scandelli

FONTI:

- EUROSCETTICO.COM

-  http://paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=1224

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